ESPANDERE L'ORIZZONTE

Per esperienza posso dire che molto spesso quello che ci accade non ci è comprensibile solo perché non rientra nei parametri della nostra conoscenza. Per questo è fondamentale espandere gli orizzonti ed aprirsi a nuove idee. Questo non vuol dire che alla cieca si debba credere o accettare quello che di nuovo ci viene mostrato. No, assolutamente. Questo è esattamente quello che abbiamo fatto fino ad ora, prendendo per buone le cose che rientrano nella categoria del 'comunemente accettato'. Fin dalla nascita veniamo inzuppati di nozioni che a fiducia  ci tocca prender per buone. Ma quanto c'è della ns esperienza in tutto ciò che riteniamo essere una ns certezza?
Circa un anno fa una mia amica mi ha raccontato di questa sua strana connessione con la terra. Già, sosteneva che tutte le volte che c'era un terremoto, lei lo avvertiva. Definiva questo suo stato una sorta di brivido allo stomaco. Lei è una persona affidabile, ma in questo campo, tutti noi 'cercatori' siamo in cerca di conferme. Sbagliereste a credere il contrario. Chi ci è passato sa quante volte si è dovuti scendere in campo per combattere contro il medesimo dubbio. Il cercatore non è influenzabile, né manipolabile, come erroneamente alcuni possono credere. L'influenzabilità apparente può essere vista solo nel momento in cui il cercatore si apre ad una nuova idea a cui chi guarda, ha chiuso la porta. Quella porta chiusa è ciò che crea il giudizio d'influenzabilità, che lì viene cementato. Al contrario il cercatore nell'aprirsi, sta solo dando inizio ad una nuova ricerca personale, affinché dall'esperienza possa trarre la verità o non verità della nuova informazione. Una volta trovata l'esperienza, quel capitolo viene chiuso e superato, né prima, né dopo. E questo non ha nulla a che fare con l'influenzabilità o l'essere manipolati. La manipolazione non può avvenire in chi è alla ricerca della propria verità personale, ma di certo può avvenire in chi preferisce prendere per buona una filosofia senza affrontarne il viaggio di sperimentazione che essa suggerisce.
Così parlare delle ns scoperte ad un altro cercatore, talvolta ha un duplice scopo, da un lato, metterlo dinanzi all'opportunità a noi già arrivata, e dall'altro, rafforzare la nostra stessa esperienza che si sta dibattendo per radicarsi. Su questo cammino non deve esistere la paura di sbagliare. Ciascuno di noi deve esercitarsi nello sviluppo dei suoi potenziali, quindi sì, non bisogna temere di sbagliare, bisogna solo mantenere consapevolezza nella ricerca.
Se non sei mai andato a cavallo, non puoi pretendere di saltare un ostacolo di 1,20mt., ma devi cominciare da una barriera a terra, che a te sembrerà già un volare. E devi cadere, uh se devi cadere. E ogni volta che ti troverai a quei tre passi che ti separano dall'ostacolo, grande o piccolo che sia, dovrai permettere alla paura di scivolare via, al dubbio di scivolare via, e al desiderio di emergere, in quell'ultima falcata prima del salto. Allora l'abbandono alla fiducia ti porterà dall'altra parte. Qualsiasi cavaliere impara questo, salto dopo salto. E un bel giorno si ritroverà capace di entrare nel campo e compiere un percorso netto. Ritrovare noi stessi, i nostri più ancestrali potenziali, non è diverso. Qualcuno, montando a cavallo può essere più portato di un altro, ma questo non lo renderà un cavaliere, se non imparerà passo dopo passo la nuova disciplina. E l'altro, forse sarà meno portato, ma non c'è nulla che l'allenamento non possa correggere. E alla fine può darsi che entrambi si ritroveranno a fare un bel netto nel campo. O che lo farà solo il secondo, perché il primo, quello più portato, alla fine ha smesso di allenarsi.
Così questa mia amica, ogni volta mi diceva:"Io vibro". E puntualmente questo coincideva con un terremoto da qualche parte del mondo. Ci potevi scommettere. Questa estate, all'improvviso ho cominciato a sentirmi strana e ho pensato a lei. Quello che lei intendeva con quel vibrare era una sorta di ansia allo stomaco del tutto immotivata. Seguita da piccoli sbandamenti, non proprio giramenti di testa, un malessere generalizzato e passeggero. In quel preciso momento ero pronta a creare le mie connessioni. Avevo già provato qualcosa del genere in passato, ma non lo avevo mai messo in relazione con le 'vibrazioni' della terra, perché nessuno mi ci aveva fatto pensare. Quel giorno, invece, ho ricordato la mia amica e ho detto : "Qui qualcosa sta per succedere. Ci sarà un terremoto". E, purtroppo, c'è stato, in Emilia. E da quel momento, ho sentito ogni scossa...guadagnandomi il soprannome scherzoso di zia Maja.
L'altro ieri il malessere era talmente forte che sono dovuta uscire per andarmi a sedere in giardino. Quando sono rientrata mi sono seduta al pc e sono andata a cercare dov'era accaduto il terremoto. Non mi sono seduta per verificare se c'era stato un terremoto, ma  per sapere dove era o stava accadendo. Capite la differenza, vero?
Cile. E ho detto:"Ok, ma per me non è solo questo, la sensazione è troppo forte, ci sarà altro". E oggi ho guardato...e non vado oltre.
E' ovvio che innanzitutto dobbiamo aprirci, saper entrare all'interno, accettare i ns potenziali e lavorarci sù. Ma ora so anche che in questo particolare momento tutto è ...esaltato e questo rende tutti più pronti a raccogliere certe sensazioni. Ciò che sto cercando di dire è che, molto spesso, proviamo delle rapide forme di malessere inspiegabile e non ci viene in mente di andare a controllare le avventure di madre terra, perché nessuno ci ha mai addestrato a pensare ad una tale connessione. Ieri eravamo 3 amiche che sapevano che ci sarebbe stato un terremoto, perché conosciamo i nostri corpi e sappiamo che sono affidabili più di una qualsiasi tecnologia. Certo non possiamo sapere dove può accadere, ma di certo possiamo stabilire quando è in arrivo un evento piuttosto duro. Ma connessione è anche interazione, quindi....alla prossima puntata.

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