UN DONO DAL MARE E DAL VENTO

Due amici siedono sulla riva del mare, calmo sotto la brillante Luna. Piccole onde giocano. Come Ninfe ridono. Fa caldo, un caldo rovente in Novembre. I due siedono con una birra in mano a godersi quello scenario surreale, mentre altrove, nel mondo, uragani e freddo imperversano impietosi. Lei è consapevole del miracolo di queste notti. Riconosce che quel caldo vento è un dono, e che non va sprecato.
Sembra una notte d'estate e come tale merita di essere celebrata. Una sola birra da dividere in due, un cielo ingioiellato, un mare che canta una lieve, dolce melodia. Lei si sente parte di quello spettacolo, vede in esso il suo  sogno. L'amico è lì, ma la sua mente è in lotta, al pensiero che domani la sveglia suonerà all'alba.
Una piccola folata di vento e il suo bicchiere finisce in mare. Subito viene rapito dalle onde e portato indietro, lì dove l'acqua diventa più alta. Ach! L'amico è sgomento, si sente partecipe dell'inquinamento! (ahahah)
'Tranquillo - lei dice - il mare ce lo renderà"
"Certo, prima o poi lo depositerà chissà dove" risponde lui.
"Per favore mare, puoi rendermi il bicchiere?" dice lei
Ma l'amico è scettico.
"Dammi tre minuti" insiste lei.
Ma l'amico è ancora più scettico.
Il bicchiere continua ad essere sballottato dalle onde, s'inclina, salta indietro, torna avanti...infine affonda, ingoiato dall'oscurità delle acque.
In quell'istante lei non pensa più all'amico, né al bicchiere, né ai suoi limiti. Semplicemente dal cuore lascia uscire queste parole: "Allora mare non ti lamentare di essere inquinato"
L'amico sorride, la sua realtà non è stata compromessa, meglio così. Ma un istante dopo, ecco che il bicchiere divorato, zampilla fuori, come se fosse stato sparato in aria dallo 'sfiatatoio' di una balena. Ed eccolo lì, nuovamente sulla cresta dell'onda, dopo che era affondato. E mentre lui guarda incredulo, lei balza su ed è già sulla riva.
"Ora, mare, portalo ai miei piedi, ma senza che l'acqua mi tocchi le scarpe, perché stasera non voglio bagnarmi"
E il bicchiere dolcemente arriva e viene deposto ai suoi piedi, spinto solo dall'onda che si ritrae senza toccare le scarpe. Lei raccoglie il bicchiere e ringrazia il mare.
L'amico chiede:"Perché lo fai?"
"Perché tu non lo fai?" chiede lei
"Perché dovrei comandare il mare? Io accetto!"
"Accettare vuol dire accettare l'illimitato che è in noi - risponde lei - Accettare vuol dire, accettare che nulla è impossibile. Perché lo faccio? Perché è divertente, perché è pura gioia. Perché se io ordino al mare qualcosa io e il mare siamo uguali. Perché quando parlo col mare, sapendo di essere ascoltata, io ed il mare siamo la stessa coscienza, più di quanto non lo siamo io e te in questo momento in cui tu non riesci a comprendere tanto bene quel che il mare ha compreso."
In quel momento il vento è cessato del tutto. Tutto era caldo e fermo.
"Il vento se né andato  - ha detto lui - quasi manca l'aria"
"Vuoi il vento?"
"E' cessato, non tornerà" insiste lui
"Dammi 3 minuti" dice lei.
"Questa volta non hai chance, è tutto fermo" ma lei è già nel vento e tuttavia questo resta fermo.
Allora  si scioglie i capelli e si emoziona immaginando la carezza del vento...e di nuovo il bicchiere si alza in aria come una foglia, e lei grida...
"No! Non un'altra volta, resta qui!" e il bicchiere semplicemente ricade bruscamente a terra davanti a lei, mentre il vento scompiglia sabbia e capelli.
"Andiamo a casa - dice l'amico - domani devo alzarmi presto"
Lei si alza e s'inchina al mare ed al vento.

Credete che sia solo una storia? Un mito? Una leggenda?
Bene, ma è  un fatto vero per chi lo ha vissuto.

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