LA PAURA E' UN LUOGO BIOLOGICO


Eccolo qui, si chiama NUCLEO CAUDATO, ha la forma di una piccola virgola, ma è il territorio dove ha sede la paura. Questa zona si trova proprio sotto il corpo calloso ed è una sorta di ponte tra l'emisfero destro e quello sinistro.
Questa virgoletta si occupa di bloccare o influenzare i segnali provenienti dal cervello medio (Mesencefalo), sede del cervello medianico. 
Si è scoperto  che nelle persone che hanno la tendenza ad essere sempre felici e a non preoccuparsi troppo, questo nucleo caudato è come un lucchetto aperto, mentre in quelle sempre timorose, il lucchetto è serrato!
Quindi la paura impedisce alla mente di espandersi verso orizzonti più grandi, ed è un vero cancello interno presente nel nostro cervello. Le persone che hanno molta paura evitano i cambiamenti, perché cambiare implica l'assunzione di una responsabilità che la paura non lascia passare. La conseguenza è che, in mancanza di espansione, si resta intrappolati sempre nel solito circuito emozionale, che altri non è, che una rete neurale ben solidificata nel tempo, la nostra personalità! Siamo dipendenti emotivi! O tossici emozionali, se preferite, che non riescono a star lontano dal ripetersi delle medesime emozioni. La novità, al contrario, ci spinge a modificare qualcosa in noi, ad accendere un percorso neurale differente, e, come riflesso, ad assumere un atteggiamento diverso. Un'emozione diversa. Ma vediamo, da profani, questo cosa comporta.
Immaginate che il vostro atteggiamento rispetto a qualcosa sia un numero di telefono che voi componete e ricomponete, ma in un attimo di distrazione, oggi, variate un numero e con stupore vi ritrovate a parlare con un'altra persona sconosciuta. Trasferito nel cervello, questo accende un percorso neurale diverso, un numero, un codice diverso, che, praticamente, vi porta in un'area mai visitata prima, dove l'usuale informazione non c'è e dove potete crearne una del tutto nuova, una nuova conoscenza di un nuovo voi stessi. 
Mettiamola così, il nucleo caudato è presente in noi tutti, ed in base alla  genetica si parte già con più o meno predisposizione alla paura. Poi arriva l'addestramento sul campo, dalla condanna a nuove idee, al timore del giudizio divino, al 'se non fai il bravo arriva il lupo cattivo'... Insomma, avete capito, pura palestra per il nostro nucleo caudato,  immaginatelo arrossarsi sempre di più. Ma quando riusciamo a dominare emotivamente un vecchio atteggiamento, allora anche una piccola parte di questa 'virgoletta', perde il suo rossore, immaginate che la coda diventi verde, come il verde di un semaforo. Ogni paura conquistata è un pezzo di verde in più, una sorta di 'vai, questa zona ora è aperta'. E paura dopo paura, si può arrivare ad un semaforo sempre verde!
Ora la questione è, se possiamo vincere una paura, allora chi l'ha tenuta in vita? Noi, è ovvio, continuando a riaccendere sempre quelle emozioni mai fatte saggezza, che ne rappresentano le fondamenta. E se dunque una paura può essere costruita e demolita, allora va da sé, che siamo sempre noi a crearla e distruggerla dentro di noi. 
Ho sempre pensato che il cavallo fosse un ottimo maestro per comprendere il nemico paura. Ricordo molto bene il mio primo volo, che botta ragazzi! E sono risalita subito, ma ogni volta che affrontavo l'ostacolo, potevo sentire quel sapore di paura. E questo si legava ad un'infinità di pensieri del tipo 'non sei capace, non sei buona a nulla, ti farai male, puoi rimetterci l'osso del collo, rideranno di te, fallirai...e chi più ne ha più ne metta', tanto lo so che li conoscete tutti. Una vera e propria ragnatela cresciuta negli anni che una semplice caduta ora mi stava mostrando. Ciò che voglio dire è che il ricordo di quell'evento 'caduta' combaciava perfettamente con una ben più ampia rete neurale che, all'approssimarsi dell'ostacolo, si accendeva nel cervello, ma la cosa meravigliosa era che io potevo vederla! Eravamo lì, l'ostacolo, io e il cavallo che sente tutto di te. Quando gli stai sopra la connessione è immediata, avete visto Avatar? Beh, funziona così davvero. E allora scatta la volontà, perché anche qui ci sono piccole reti ancora vive e luminose che parlano di sostegno, di comunione, di responsabilità, di fiducia, di scoperta... Tu e il cavallo siete un tutt'uno sia nella paura che nella volontà di volare insieme oltre l'ostacolo. E così ci sono due differenti percorsi neurali da accendere, e la scelta era mia, e io sceglievo di andare oltre, perché la mia passione per quello splendido animale era più forte, ed una caduta non avrebbe mai potuto impedirmi la gioia di quei momenti. A quel tempo non sapevo nulla del nucleo caudato, ma sapevo bene di poter scegliere di fronteggiare la mia paura guardandola, riconoscendone la ragnatela enorme delle emozioni ingarbugliate in essa, e passando oltre. E più lo facevo, più una nuova ragnatela neurale si illuminava. E lì c'era la bellezza, la comunione, la forza, la fiducia in me stessa e tra me ed un altro essere vivente, e sì c'era anche il ricordo di una caduta dove subito mi ero rialzata per tornare a volare, perché, mi ripetevo, bastava saper cadere. E così, non mi sono mai rotta nulla, al massimo qualche bella culata! Quella fu una mia iniziazione, è così che la vedo, una grandiosa iniziazione! 
E se avete letto attentamente, cosa è accaduto superando la paura... dall'altra parte ho trovato la gioia...ed il mio nucleo caudato è diventato sempre più verde. 
Ho smesso di andare a cavallo già da molto tempo, ma la mia mente oggi continua a volare e non vede più ostacoli, perché vive in nuove reti neurali, alla quali sono arrivata quando nell'adolescenza ho scelto di percorrere una via diversa per andare oltre il muro! Ma non importa l'età, importa cominciarlo a fare, ora!
Quindi basterebbe questo per comprendere che sì, è possibile costruirsi una nuova rete neurale dove siamo sempre stati qualcosa che vogliamo essere, piuttosto che qualcosa che non vogliamo essere.
La vita è come un percorso ad ostacoli, ma l'atteggiamento con cui l'affrontiamo può rendere il percorso magico o terribile...ed è sempre tutto dentro di noi. E non c'è una sola gara da fare, ce ne sono tante quanto ne vogliamo fare, in una vita o in molte vite di certo possiamo volare sugli ostacoli quanto vogliamo. E non ci sarà mai percorso uguale, perché l'eternità è cambiamento. Ma una cosa è certa, alla fine di un percorso voluto c'è sempre gioia. E la gioia non è un'emozione da conquistare, ma è lo stato naturale dell'essere. La felicità è un'emozione, la gioia è, lo ripeto, uno stato naturale dell'essere, al quale si arriva facendo sì che il nucleo caudato diventi un semaforo verde. Allora l'accesso all' 'autostrada reale' sarà libero e il cervello medianico diventa la nostra dimora. E' lì c'è il ritorno a casa, o, che dir si voglia, il Regno dei cieli!
Ed io che facevo tutti i giorni in cui mi allenavo con il mio cavallo? Mi ripetevo quello che volevo essere mentre andavo verso di lui, e continuavo a ripeterlo mentre mi avvicinavo all'ostacolo. Me lo ripetevo a casa, ovunque, e mentre lo facevo,  mi visualizzavo oltre l'ostacolo...e l'ho fatto.
Pensiero intenzionale, movimento, visualizzazione, allora né io né la scienza sapevamo che stavo semplicemente coltivando neurogenesi, ma è esattamente quello che ho fatto. Ma non temete, non dovete necessariamente andare a cavallo. Ricordate intento focalizzato e movimento sono gli strumenti per diventare quello che volete, e non c'è nessuno che non possa farlo, perché il cervello è attrezzato per questo. 
Allora cominciate oggi a decidere quale nuova rete accendere e fate un buon viaggio, e fate attenzione a quello che mettete dopo quel 'io sono sempre stato/a ...', perché è lì che vi trovate a guardare un semaforo rosso o verde. Decidete oggi quello che siete sempre stati e poi....intento focalizzato e movimento. 
Ci vogliono da 21 a 29 giorni per porre le basi di una nuova rete neurale, controllate pure le pubblicazioni scientifiche a riguardo, il punto è, riuscite a ripetere il nuovo programma puntualmente ogni giorni per circa un mese? 
Approfondirò l'argomento, intanto fate le vostre ricerche, buon viaggio!

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