21 DICEMBRE 2012 - 3 GIORNI DI BUIO


“Pronta per la fine del mondo?”
E’ con questo sms che mi è stato dato il buon giorno da un’amica, che ha aspettato oggi per farsi risentire. Chiedetemi se si sia trattato di qualcosa d’inaspettato? Ma mi chiedo ancora dove sia finita quella ragazza piena di sorprese che conoscevo un tempo!
“Pronta per il risveglio?” – ho risposto di rimando…e poco dopo lei ha chiamato. Quello che non so se ha capito, è che alla fine, a prescindere dalle motivazioni di quella chiamata, ci siamo risentite. E che, anche questo suo scontato riapparire mi ha portato a raggiungere la visione che segue. Sono sempre tanti i pezzi che servono a ricomporre un puzzle, e basta che ne perdi uno perché l’immagine non venga completata. Ma i pezzi vengono sempre dati!
Ora, quanto ho visto con estrema chiarezza è, che i giorni di buio non possono essere riconosciuti se non si conosce la Luce. Io non potevo conoscere la Luce quando credevo che la luce fosse altro al di fuori di me. Quello che voglio dire è che non è possibile riconoscere la luce quando si è sprofondati nel buio delle nostre passioni umane, belle o brutte che siano. Esse vivono nella luce artificiale. Pian piano, però, lavorandoci su, magari perché sei stanca di riconoscerti tanto scontata nelle tue reazioni, prendi ad intravedere una luce differente, eppure sembra più vera. Essa da principio ti appare come una piccola fessura, dove, andandoci ad infilare, scopri un’atmosfera sorprendentemente confortevole. Avverti una totale assenza d’incertezza. Avverti che in quel piccolo luogo non v’è spazio per i problemi. Tutto ciò che riguarda i torti passati o presenti, le ansie, le paure, le sfide, tutto ciò che in breve c’impedisce di amarci, in quel piccolo spazio svanisce, non ha posto, non ha riflesso. Lì, in quel piccolo spazio puoi esserci solo tu ed il sogno che sei. Perché è un sogno chiamato vita quello che alla radice noi siamo. Comunque…in questa piccola fessura da principio la sosta è assai breve, rappresenta un momento, la cui lunghezza è sempre individuale, ma quando ne sei fuori, ricordi solo che è stato bello, un attimo dopo…ritrovi le pressioni di sempre! Ora però sai di avere una scelta, sai di avere quel ricordo con te, il ricordo di quella fessura. E se scegli di farlo, sai che potrai tornare lì, esattamente come sei tornata ai problemi di sempre, agli antichi torti, o alle gioie andate.  Così, scegli di richiamare questo nuovo ricordo, perché in quel luogo nella mente sei solo tu e sei curiosa di sapere che cosa sia quel tu. Ora sai che esiste, sai che esisti in una luce diversa, sai di essere anche quella fessura, quello stoppino attorno al quale arde la fiamma. Una fessura nella luce, priva di tutto ciò che resta visibile nel tuo quotidiano. Capita così che cominci a riservarti un po’ di tempo tra i pensieri soliti, per contemplare quel minuscolo spazio e a poco a poco, ci torni sempre più spesso, e la fessura prende a dilatarsi nel quotidiano, finché improvvisamente ti accorgi di aver riempito la maggior parte della tua giornata di una nuova luce che ti appartiene. Ti accorgi che mentre la fessura si espandeva, molte cose che prima riempivano la tua vita opprimendola, sono svanite, perché non le hai regalato più il tuo tempo, avendolo dato a quello spazio interno, lo stoppino. Ora, tutto comincia a ruotare attorno allo stoppino, che prima…mio Dio, chi mai bada a guardare lo stoppino, eccetto nel momento in cui viene acceso? Giusto, il momento in cui viene acceso! Ora ricordi e capisci che tu sei sì, la fiamma che danza, ma sei anche il cuore di quella fiamma, sei quella fessura nel mezzo, sei lo stoppino, la forza della fiamma stessa. E quando realizzi questo, è allora che sai di essere tu una vera luce e che ciò che prima credevi essere luce, non era altro che il bagliore di artificiose lampadine esterne. Ora hai imparato a vivere della e nella tua luce, anziché sotto il lampione della piazza del mercato, che ora, a ben notare, nel suo ideale di luce, lascia sempre delle zone morte .
Come falene, le persone si radunano attorno all’ombrello di luce del lampione, e quella circonferenza è tutto ciò che vedono, è la realtà, perché vista da tutti. Ma la verità è che è solo la realtà proiettata da quell’ombra di luce del lampione, dove tutti si accalcano. Lì sotto ronziamo con le nostre gioie e dolori, le nostre soddisfazioni e insoddisfazioni, insomma sapete quanto lunga e di certo non inaspettata può esser questa lista. Tutte le passioni lì, vengono costantemente rimesse in gioco, ma quello è lo spazio del lampione! Per tutti arriva un momento in cui, stanchi di esser spintonati e spintonare, ci si tira fuori. Lo spazio sotto il lampione è quello che è, e la gente è tanta. Ciò che capita, allora, è che si esce dall’ombra di luce del lampione e ci si ritrova in quello che sembra un buio pesto, ma se la voglia di respirare fuori dalla calca, ci lascia lì per un po’, allora gli occhi prendono ad abituarsi al nuovo ambiente e come per magia, il buio non è più così buio. L’oscurità diviene meno densa e nuove forme prendono ad emergere. E guarda lì, c’è persino una panchina, chi l’avrebbe mai detto? Così puoi sedere lì, con la tua maglietta bianca e respirare prima di tornare nella baraonda. E non sai nemmeno che quella tua maglietta può fungere da faro per qualcuno che dopo di te, ha scelto di staccarsi un attimo dal lampione. Ma questa è un’altra storia.
Ora, dalla tua panchina, puoi vedere il caos del lampione che hai lasciato. Puoi vedere le falene sbattere all’impazzata contro quella luce artificiale fino a morirne, mentre tu sei in quell’angolo, e stai comprendendo che i tuoi occhi sono perfettamente attrezzati per vedere anche al di là della luce artificiale. Comprendi di essere attrezzato per essere tu la tua stessa luce. Ora conosci la differenza tra luce illusoria e Luce. E tuttavia dal lampione gli amici ti chiamano e senti di dover tornare, ma ora sei consapevole del caos del lampione. E’ vero che lì c’illudiamo di vedere, ma la verità è che c’è talmente tanta calca che ci è impossibile guardare dove mettiamo i piedi, così talvolta ci capita di calpestare merda, o il vicino, o di esser calpestati a nostra volta. E’ lo spazio del lampione, dove nessuno più vede dove mette i piedi. E lì capisci che ciò non può accadere oltre il lampione, perché col fatto che gli occhi devono abituarsi, devi tornare a far bene attenzione a dove cammini, per questo non ti capita di acciaccare nulla che non sia la strada che hai scelto. Così ora sai che la luce è quella che può guidarti ovunque tu decida di andare, rendendoti sempre presente nel tuo cammino. E sai anche che quella non è una luce collegata ad un timer che altri decidono quando accendere o spegnere, determinando così i tuoi orari di veglia o sonno. Sai che la tua luce è sempre accesa e non dipende dalla tempistica comune, ops volevo dire comunale, che ha una durata indipendente dalla tua volontà.
Così è proprio quando arrivi a comprendere la vera luce, che allora comprendi anche il vero buio. Anche se quel lampione viene spento all’alba, dando alle persone l’illusione di non essere mai al buio, la verità è che la lampadina può sempre esaurirsi, o sempre può esserci un black out. E non si dovrebbe mai arrivare a questo, per riconoscere che noi non facciamo altro che dipendere da una fonte esterna di luce.
Ora che conosci la vera Luce, conosci anche il vero buio che è attorno al lampione. Le falene hanno occhi deboli ed in preda alla passione, sbattono e sbattono. Il Vero Buio arriva quando, avendo conosciuto la Luce della tua anima, fissando il lampione, permetti a quelle passioni di richiamarti indietro. Il vero Buio accade quando qualcuno viene ad accendere una lampadina lì dove sei con la tua luce. Lo fa perché magari pensa di farti un favore, o perché non vuole che tu abbia quello spazio o che altri ci arrivino, ma non è questo il punto. Il punto è che tu acconsenti a farglielo fare. Questo, per un essere che ha trovato la sua Luce rappresenta un giorno di buio, il ritorno alla luce artificiale. Questa in molte tradizioni è chiamata la Notte Oscura dell’anima, una sorta di auto-iniziazione alla quale non ci si può sottrarre, perché ora che siamo consapevoli, dobbiamo fare la nostra scelta, tornare alla vita della falena o scegliere di danzare la Luce che è in noi. Non c’è notte più fonda di quella, perché devi scegliere se uccidere la tua anima o la tua personalità con tutto ciò che lei ama. Ma se ne esci in compagnia dell’anima, subito il mondo prende ad apparire diverso. E ora hai un’unica paura, che quella notte possa tornare, e così cominci a lavorare perché ciò non riaccada.
Così, qual è il risultato di questo primo dei 3 giorni di buio? Che ne ho visto appieno il senso. Che ora vedo con estrema chiarezza, per questo momento presente, la differenza tra buio e Luce, così come capisco chi non può vedere nell’oscurità in questi giorni.
E perché è stato detto che questi giorni non sarebbero stati di buio buio, ma pari al tramonto? Beh, innanzitutto perché molti hanno acceso le loro lanterne interiori. Tali entità sono magliette bianche! Attenzione non ho detto mosche bianche. Sono così tante da rendere il buio un tramonto! Secondariamente, chi ha già passato la Notte Oscura ed ha proseguito con la sua lanterna, ora lo so, non può che, al massimo, attraversare 3 giorni di splendido tramonto, dove lasciar andare gli ultimi residui di un passato in cui la Luce non sconosciuta. Noi che abbiamo attraversato quella notte sappiamo già che la Luce talvolta, spesso anche, può affievolirsi, ma di certo non può essere spenta. Quell’energia brilla in eterno.
E oggi comprendo anche, con maggior consapevolezza, perché i 3 giorni di buio non possano essere colti dalle falene…a meno che non ci sia un black out, cosa possibile di questi tempi, ma non augurabile.
Ora comprendo i consigli dei più saggi, di restare centrati, fare le proprie discipline ed essere pazienti e presenti. Io l’ho fatto e da questo, in questo primo chiaro giorno, è scaturita la presente visione.
Chi è stato falena, in questi giorni può ancora cogliere l’occasione di allontanarsi dal lampione e riconoscere la differenza tra luce ed oscurità, o scegliere di gettar via l’opportunità e restare nel caos del lampione ancora un po’. La scelta resta sempre individuale.
Io ho scelto di accettare che questi 3 giorni siano il tramonto necessario per far risplendere la mia anima. 3 giorni in cui permettere agli ultimi residui del lampione di tramontare e seguirli con l’estasi che accompagna la bellezza di ogni magico tramonto infuocato. Ho scelto di regalarmi questi 3 tramonti, per risvegliarmi nella totale Luce del mio essere. E se in giro non ci fosse così tanta energia di Luce, come potrei ora avere la forza di vedere e scrivere tutto questo? Dove troverei la saggezza di restare serenamente nel mio centro senza cedere alla pressione/passione? Sarebbe arrivata tanta chiarezza, che spero di essere riuscita a trasmettere a chi vuole ascoltare, se non ci fosse una grande maglia di energia a sostenere noi camminatori di ciò che è in ombra? Se non ci fosse questa maglia, non sarebbe solo arrivato lo stridore  delle falene?
Quando il bruco si costruisce il suo letto di seta ha già riconosciuto di essere il potenziale della farfalla e semplicemente…lo diventa. Tutti noi siamo farfalle, ma sotto la falsa luce del lampione possiamo vedere solo falene.
Non ci sono solo 2 giorni per lasciare il lampione, questo è un destino comune, ma per chi sceglie di farlo ora, la nuova era comincia adesso e si chiama RISVEGLIO!

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